Musei. Direttori stranieri, via libera del Consiglio di Stato
Con la sentenza depositata il 25 giugno 2018 Palazzo Spada chiude definitivamente la querelle sulla direzione dei musei da parte di manager stranieri. “La normativa UE non consente di escludere un cittadino dell'Unione europea da una selezione pubblica" ROMA - Dopo anni di ricorsi e sentenze il Consiglio di Stato ha dato via libera alla nomina di direttori stranieri nei musei italiani, chiudendo definitivamente la vicenda che si era aperta con la riforma Franceschini, con la quale erano stati scelti, appunto, anche manager stranieri alla guida di istituzioni museali italiane. L’ex ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, soddisfatto, in tweet scrive: “Grazie a tutti i direttori italiani e stranieri che ora potranno continuare il loro lavoro straordinario”. Con questa sentenza viene quindi confermata la nomina dell'austriaco Peter Assmann a direttore del Palazzo Ducale di Mantova, da dove di fatto si era scatenata la querelle. Alla nomina di Assmann si era infatti opposta Giovanna Paolozzi Maiorca Strozzi, sovrintendente di Parma, con un ricorso accettato dal Tar del Lazio che, con due sentenze, aveva censurato l'iter seguito dal Mibact per nominare i direttori dei musei autonomi tra cui quelli stranieri. In particolare il Tar del Lazio aveva bocciato la selezione pubblica internazionale dei direttori dei musei evidenziando una serie di criticità: la valutazione dei titoli, la trasparenza dei colloqui e soprattutto l'apertura a personalità straniere. In seguito a questa sentenza cinque direttori, quelli di Palazzo Ducale e Galleria Estense di Modena, del parco di Paestum, dei musei archeologici di Taranto, Reggio Calabria e Napoli, restarono in bilico conservando però il posto dopo la richiesta di sospensiva da parte del ministero dei Beni culturali. Il Consiglio di Stato, pronunciandosi una prima volta, aveva già ribaltato la sentenza del Tar del Lazio, ma con questa ultima sentenza mette un punto a tutta la faccenda. La sentenza di Palazzo Spada, respingendo integralmente il ricorso di Maiorca Strozzi spiega: "la normativa UE (articolo 45 del Trattato di Roma) non consente di escludere un cittadino dell'Unione europea da una selezione pubblica, a meno che non si tratti di una posizione caratterizzata dall'esercizio esclusivo o prevalente di poteri autoritativi (es.: magistrati, militari, Forze di Polizia)". Per Palazzo Spada, dunque , "il DPCM n. 174 del 1994 (che vieta in effetti di attribuire ai cittadini UE qualunque posto dirigenziale, anche se di contenuto meramente gestionale) risulta in contrasto con il diritto dell'Unione europea e non può quindi essere applicato dal Giudice nazionale". Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, uno dei manager di siti culturali italiani "in bilico" ha così commentato: "Leggo con soddisfazione la sentenza dell'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che mette fine a una querelle sterile. L’arte - ha aggiunto il direttore - è patrimonio dell'umanità e la carta di identità dei direttori dei musei chiamati ad occuparsi dell'enorme patrimonio storico-artistico in essi custodito deve certificare solo la competenza e la passione con cui cercano di curarlo e valorizzarlo. Per quanto mi riguarda, - ha concluso Bellenger - continuerò con tutte le mie energie a tentare di trasformare il Museo e Real Bosco di Capodimonte in un grande campus culturale multidisciplinare, all'altezza del valore delle sue preziose collezioni”. ...